5 TRUCCHI PER UN COLLOQUIO PERFETTO

Nel mio lavoro incontro tanti ragazzi, appena usciti dalle università, se non addirittura ancora più giovani, che entrano in agenzia con gli occhi pieni di speranza. Generalmente si tratta di ragazzi consci di non avere alcuna esperienza, di dover imparare ancora molto prima di poter essere presi in considerazione dal mondo del lavoro, e hanno più o meno un’idea di quanta pazienza ed attesa possa comportare la ricerca di un posto di lavoro.

Mi rendo conto che per queste nuove generazioni il nostro sistema di lavoro spesso possa sembrare lontano, se non addirittura stantio, pieno di regole e convenzioni che hanno l’odore della casa di una vecchia zia, più che l’anelito di libertà ed emancipazione che immaginavano. Questo ovviamente in linea di massima, non significa certo che non esistano anche in Italia realtà lavorative stimolanti e, per così dire, illuminate. Ma a prescindere da quale sia il grado di modernità che si respira nell’azienda in cui vi state apprestando a tenere il vostro colloquio, non sarà male se vi atterrete a queste cinque, semplici, regole.

  1. La prima impressione è quella più importante. Quando vi recate in azienda siate gentili e cortesi con tutti. Non sapete chi sarà il recruiter che svolgerà la vostra interview, né quali siano i suoi rapporti con gli altri dipendenti, perciò, nel dubbio, siate gentili con tutti, come se doveste convincere l’intera azienda!
  2. L’abito non farà il monaco ma… L’abbigliamento è fondamentale. Camicia chiara, possibilmente bianca, e pantalone elegante. Sono banditi jeans, felpe e sneakers. Questo a prescindere dal fatto che in azienda il dress code sia formale. Voi non fate ancora parte di quell’ambiente di lavoro ed il vestirvi in maniera elegante riflette il vostro rispetto per la posizione per cui state concorrendo. Se sei una ragazza, indossa i tacchi solo se è per te una calzatura abituale e se ti senti a tuo completo agio sopra di essi. In ogni caso, la scelta della scarpa deve essere all’insegna della sobrietà, quindi anche se avete scelto di indossare una scarpa con tacco, rivolgente la vostra scelta a qualcosa che non sia vertiginoso. Ogni vostro capo deve essere preciso ed ordinato: la camicia ben stirata, la piega sul pantalone e la scarpa lucida e ben pulita. Se i ragazzi non sono abituati a sostiuire la sneker con una stringata elegante o un mocassino, allora è bene che sbircino su internet qualche consiglio per un abbinamento corretto (https://calzaturificiosoldini.it/mocassino-uomo ), per evitare di cadere in fallo!
  3. I vostri intervistatori non sono Visitors. Quello che più convince in un una interview è parlare con qualcuno che non si senta intimorito. Spesso non è necessario avere tutte le risposte, quanto mostrarsi entusiasta, spigliato e sicuro di sé. Quindi fate un bel respiro prima di entrare e parlate con tono alto e sicuro, non gesticolate con le mani, tenetele ben ferme ma non nascoste, osservate dritto negli occhi il vostro interlocutore e non blaterate.
  4. Non è un’interrogazione in un alula universitaria. Se in un aula universitaria vi siete trovati nelle condizioni di dover forzare, barare e blaterare per coprire il vuoto cosmico della vostra preparazione alla domanda diretta, un colloquio non funziona così. È più apprezzata l’onestà di affermare non conosco questo sistema operativo oppure ho solo una conoscenza teorica di… piuttosto che parlare a sproposito.

A questo proposito ritengo davvero illuminante il consiglio di Ashira Prossack su Forbes (https://forbes.it/2018/09/02/come-rispondere-alle-2-domande-piu-comuni-di-un-colloquio-di-lavoro/) rivolto alla cosiddetta generazione Z. Ashira è una giovane head hunter, specializzata nel superamento del gap generazionale e nell’articolo del 09/02/2018 su Forbes spiega come affrontare con successo due delle più famose domande ad un colloquio di lavoro: qual è il tuo peggior difetto e qual è il tuo miglior pregio? Posto che ne consiglio la lettura integrale di cui al link, posso spoilerare che Ashira consiglia quale miglior tattica la sincerità e l’umiltà. Due atteggiamenti che ritengo si adattino perfettamente ad ogni fase del colloquio.

  1. Ringraziate. Comunque sia andato il vostro colloquio, al termine, ringraziate. Anche se è stato un vero disastro, o perlomeno voi lo percepite tale, restate cordiali e sorridenti. Non potete sapere cosa l’azienda stia cercando, non avete idea di come siano andati gli altri colloqui svolti per la posizione aperta e non avete quindi alcun motivo di abbattervi. Restate concentrati quindi fino alla fine, ringraziate, cogliete magari l’occasione per una battuta spiritosa ed andatevene con il sorriso in volto.

Questi sono pochi e semplici consigli, che possono sembrare superflui, ma che in realtà sono spesso sottovalutati da chi si appresta a compiere il primo colloquio. Ma anche il secondo.

Se sarete pronti vi occorrerà solo un’altra cosa: un pizzico di fortuna per trovare l’occasione giusta per voi!